(Dalla riflessione di Mons. Nicolli, prima parte)
“Fonte propria e mezzo originale di santificazione per i coniugi e per la famiglia cristiana è il sacramento del matrimonio, che riprende e specifica la grazia santificatrice del battesimo. In virtù del mistero della morte e risurrezione di Cristo, entro cui il matrimonio cristiano nuovamente inserisce, l’amore coniugale viene purificato e santificato”.[1]
Il sacramento del matrimonio, fonte e mezzo di santità
… C’è una chiamata particolare alla santità anche per gli sposi, oltre che per il fatto di essere battezzati, anche per aver ricevuto il sacramento del matrimonio, che ha conferito loro “la missione di custodire, rivelare e comunicare l’amore, quale riflesso vivo e reale partecipazione dell’amore di Dio per l’umanità e dell’amore di Cristo Signore per la Chiesa sua Sposa””[2]. Questa chiamata particolare passa per una via particolare, che è tipica della vita di coppia: “I coniugi e i genitori cristiani, seguendo la loro propria via, devono con un amore fedele sostenersi a vicenda nella grazia per tutta la vita e istruire nella dottrina cristiana e nelle virtù evangeliche la prole, che hanno con amore ricevuto da Dio. Così infatti offrono a tutti l’esempio di un amore instancabile e generoso, edificano una fraternità di carità e diventano i testimoni e i cooperatori della fecondità della madre Chiesa, in segno e in partecipazione di quell’amore, col quale Cristo ha amato la sua sposa e si è dato per lei”…[3]
Gli sposi non si possono considerare semplicemente dei “laici” in modo generico: c’è una condizione di vita particolare, che deriva dal Battesimo ma che trova fondamento in un sacramento specifico che li costituisce nella comunità come un segno particolare (= un sacramento) dell’amore di Dio per gli uomini e dell’amore di Cristo per la Chiesa sua Sposa. Quella coniugale e familiare è quindi una spiritualità che ha caratteristiche e regole sue, profondamente radicate nella realtà umana del matrimonio e insieme nel mistero della Trinità di Dio, che è mistero di relazione.
Una delle caratteristiche fondamentali della strada di santità degli sposi è il fatto che essa si snoda nella quotidianità della vita dei coniugi e della loro famiglia, che si intreccia con la vita della comunità ecclesiale e civile. Può essere di aiuto per capire lo “stile” della spiritualità coniugale questo testo della letteratura rabbinica, la “storia del falso asceta”:
Un uomo – sposo e padre – era arrivato alla convinzione che Dio lo chiamasse sul monte per una vita di contemplazione. A mezzanotte l’aspirante asceta annunciò: “Questo è il tempo di lasciare la mia casa e di andare finalmente in cerca di Dio. Chi mi trattenne tanto e a lungo in questa illusione?”. Dio sussurrò: “Io”. Ma l’uomo aveva le orecchie turate. Col bimbo addormentato sul seno, sua moglie dormiva placidamente su un lato del letto. L’uomo disse: “Chi siete voi che mi avete ingannato per tanto tempo?”. Ancora quella voce mormorò: “Essi sono Dio”. Ma l’uomo non intese. Il bimbo pianse nel sonno e si strinse accanto alla madre. Dio comandò: “Fermati, sciocco! Non abbandonare la tua casa”. Ma egli ancora non udì. Dio allora, tristemente sospirando, disse: “Perché il mio servo mi abbandona per andare in cerca di me?”.
La radice della vocazione alla santità: il Battesimo
… Nel percorso di preparazione al matrimonio, la memoria del Battesimo offre lo spunto anche per introdurre in maniera esplicita anche il tema della chiamata alla santità: “… ravviva in tutti noi la grazia del Battesimo, e concedi a N. e N. un cuore libero e una fede ardente perché, purificati nell’intimo, accolgano il dono del Matrimonio, nuova via della loro santificazione”[4]. Già dire che il matrimonio è una strada di santità è un fatto nuovo rispetto a un passato non lontano nel quale il matrimonio era visto quasi come una concessione per legittimare l’esercizio della sessualità in vista della procreazione! Si afferma qui che tutta la vita degli sposi, in tutte le sue dimensioni – la vita relazionale in famiglia e nella comunità, la vita affettiva, il lavoro, ecc. – è una strada di santità.
[1] Familiaris consortio, n.56.
[2] “Familiaris consortio, n. 17.
[3] Lumen Gentium, n. 41
[4] Ivi, n. 56