La santità è essere come Gesù, ragionare allo stesso modo, avere lo stesso sguardo, identificarsi in Lui, fino a poter dire con San Paolo: “Non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me”… Ma a questo punto risaliamo al 19 agosto del 1959, data ufficiale del fidanzamento, e al letterone di 14 pagine scritto da Paolo.
“ Se io ti chiedessi di avvicinarti a me e tu lo facessi e così gioissimo insieme, ragionando non di stelle ma della nostra vita, dei nostri comuni ideali, dei nostri principi; se ci abituassimo l’uno all’altra fino a sentirci monchi di una parte di noi stessi nella solitudine (e questo è amore), fino a vedere io con gli occhi tuoi e tu coi miei; non sarebbe atrocemente brutto il giorno in cui, per incapacità mia, per colpa mia, questo amore morisse e tu capissi di aver sbagliato a seguirmi ? I fuochi d’artificio sono belli, sono luminosi, sono alti, vicini al cielo, sono quasi perfetti; ma durano il tempo di un bacio e piacciono per una notte !” (pag. 45)
Un piccolo capolavoro di sapienza umana; vi si sentono come echi le riflessioni degli antichi saggi greci e latini sul rapporto amore-morte… Ma la sapienza di Anna Maria è un’altra. Essa ha il respiro della certezza, il movente di un amore sconfinato; ha soprattutto la sua radice in Dio: “Sono stata innamorata di te da molto tempo, molto più di quanto tu possa supporre. Se tu te ne sei accorto solo in questi ultimi 6 mesi di corrispondenza, io sono stata innamorata di te e ti sono stata fedele sin dal primo momento in cui ti ho conosciuto. Ho sempre pregato dicendo: Padre nostro che sei nei cieli… sia fatta la tua volontà. Cioè, se è nei Tuoi disegni che il mio sogno si avveri, esso si avvererà”. (pag. 46)
Come non pensare all’amore di Dio celebrato in tante pagine della Bibbia, un amore che previene la risposta dell’uomo, un amore che lo attende con pazienza, che lo abbraccia nella misericordia e nell’assoluta fedeltà. “Ecco, ti ho disegnato sul palmo delle mie mani”: un’immagine piena di poesia per dire l’amore che Dio nutre dall’eternità per ciascuno di noi!
Ancora il frutto della gioia per Paolo, che scrive: “La gioia ha paralizzato il mio cervello, forse, ma ha dilatato il mio cuore in un respiro profondo, tal che non sento più una goccia di veleno in esso, ma solo amore. Possibile che tutta la mia ragionata tristezza, il mio ben motivato pessimismo, le mie pene così vive, per le tue parole siano di colpo spariti ? “ (pag. 47).
Dove sta il segreto di questa “gioia”, di questa “felicità” che sembra investire l’intera vita di Anna Maria ?
28 agosto 1961: “Mio carissimo Paolo, […] Qualche volta credo che anche noi due ci soffermiamo tanto su un nonnulla, ci preoccupiamo; la preoccupazione ci impedisce di pregare bene, di affidarci al Signore. Penso che dovremmo avere più fiducia nel Suo aiuto, nella Sua grazia e provvidenza. Una volta fatto del nostro meglio nel nostro lavoro, nella routine quotidiana, il resto lo completerà Lui. Sono certa che in questo modo ci sarà più facile sentirci sempre in tre nel nostro matrimonio, con Gesù tra noi”. (pag. 62)
31 gennaio 1960: “Mio carissimo Paolo, […]. Ogni giorno sento crescere sempre più in me il tuo amore: esso mi dà una pace, una serenità, un equilibrio mai provati prima, nonché gioia e felicità. […] esso è il riflesso dell’Amore divino per cui tutti e due viviamo”.(pag. 55)