Durante il periodo della scuola media, a Torino, inizia per Anna Maria l’avventura scout, che la entusiasma senza però stravolgere il suo senso dell’ordine e della misura. Alcune “sorelle scout”, dopo cinquant’anni ricordano ancora “… la sua capacità di fare ogni cosa passo dopo passo, con precisione, senza cedere all’ansia, allo strafare…” (Lalla), “... Una persona di fiducia, sulla quale si può contare…” (Teresa), “... di carattere aperto, sempre sorridente, giocosa e gioiosa…” (Vittoria). Lo scoutismo non è fatto soltanto di giochi, di imprese, di campi sotto le tende, di contatto con la natura, di canti… ma anche e soprattutto di fratellanza, di impegno personale nella lealtà verso gli altri e verso Dio, di obbedienza, di apertura del cuore per comprendere i bisogni del prossimo, di amore per la semplicità… Sono queste, ragazzi, le esperienze che fanno crescere in modo equilibrato e danno gioia nella vita. Non i pettegolezzi delle ochette o i giochi violenti degli aspiranti-bulli, non l’inerzia davanti alla tv o la soddisfazione di mille capricci. Anna Maria l’ha capito e ne ha tratto un beneficio enorme, in questi suoi anni dell’adolescenza.
Nello scoutismo, vissuto con l’entusiasmo del suo spirito gioioso, col suo gusto per l’avventura e col suo abituale impegno, Anna Maria ebbe la possibilità e la capacità di dare un indirizzo corretto e un ordine rigoroso ai suoi sentimenti e ai suoi princìpi morali e di sviluppare le virtù cristiane imparate in famiglia. Fu aiutata e guidata in questo cammino da capi, sacerdoti e sorelle scout veramente in gamba, a cui fu intimamente riconoscente finché visse.
La sua caposquadriglia di allora, Lalla Dompè (ora suor M. Candida) mi ha scritto nel gennaio 1991 ricordando Anna Maria, sua vice per tre anni, con queste parole: «Quanto il mio entusiasmo era sovente caldo, a volte intemperante, tanto il suo era equilibrato, attento e puntuale. […] lei viveva con pienezza il vero guidismo: ogni elemento al suo posto: famiglia, scoutismo, studio. Riflessione, pacatezza, serenità, impegno […].»
Episodi e ricordi degli anni ’60
Il 28 febbraio 1960 riceve la partenza scout; concluso il cammino propriamente formativo, la partenza è l’impegno di una vita adulta di servizio. Quello stesso giorno nel suo quaderno di traccia annota: «Oggi ho ricevuto la “partenza”. […] d’ora innanzi percorrerò la strada unicamente guidata da Colui che disse: “Io sono la Via, la Verità, la Vita”. Sì, lo voglio, con tutta la mia anima, con tutto il mio cuore, con tutta la mia mente».
26 febbraio 1961. «Mio carissimo Paolo, […] pensavo a tutto ciò che lo scoutismo ci ha dato; pensavo a tutte le altre mie Giornate del Ricordo, ai campi estivi, ai campi scuola. E una felicità grande mi riempiva il cuore pensando che per te è stato esattamente lo stesso; che anche tu sai gioire di tutte quelle piccole cose di cui è fatto questo nostro scoutismo; che anche tu vibri per lo stesso ideale cristiano reso vivo e attuato nel servizio. […] Guardando quella lunga fila di bambine, di guide, pensavo alla nostra famiglia, Paolo, ai nostri bambini, e me li immaginavo già lupetti, coccinelle, guide. Sarà bello poterli seguire nello scoutismo dall’età del lupetto a quella del rover ecc…; aiutarli noi col nostro esempio e colla nostra parola a vivere la Legge nel suo senso più profondo; collaborare coi loro capi ecc…»
17 gennaio 1962. «[…] il nostro matrimonio sarà un vero successo, nel senso buono, di B. P. [Baden-Powell: fondatore dello scoutismo nda] Sarebbe bello se riuscissimo a rimanere fedeli allo spirito scout e allo stile scout anche nelle piccole cose, quali la cucina quotidiana, l’arredamento della casa, l’uso del tempo libero. Così i nostri figli avranno lo scoutismo nel sangue!».